Molte aziende si trovano a fronteggiare problemi gestionali ricorrenti, inefficienze operative o difficoltà nel prendere decisioni basate su dati oggettivi. Eppure, nonostante gli sforzi interni, spesso le soluzioni messe in atto non risolvono davvero il problema. Perché? Perché – come recita una frase attribuita ad Albert Einstein – Questa intuizione si applica perfettamente alla gestione d’impresa. Continuare a cercare risposte all’interno del proprio schema mentale, della propria organizzazione e con lo stesso approccio che ha generato le difficoltà, significa rimanere bloccati in un loop. Ed è qui che entra in gioco il controller esterno. Abbiamo già parlato in un post precedente delle ragioni per cui è utile scegliere un controller esterno che lavora affiancando l’imprenditore in modo consulenziale, ma con lo sguardo e la neutralità di chi non è immerso nelle dinamiche aziendali quotidiane. Questo distacco è un vantaggio enorme: permette di vedere le cose con maggiore lucidità, senza pregiudizi o abitudini consolidate. Inoltre, un controller esterno porta con sé un bagaglio di esperienze trasversali, maturate in aziende diverse per settore, dimensione, modello organizzativo. Ogni contesto affrontato arricchisce la sua capacità di lettura e interpretazione dei dati, ma soprattutto gli consente di proporre soluzioni fuori dagli schemi, che spesso un team interno non riesce nemmeno a immaginare. Nella percezione comune, il controllo di gestione è spesso visto come un insieme di numeri, report, tabelle e dashboard. In realtà, se ben costruito, è molto di più: è uno strumento di pensiero. Un controller esterno non si limita a produrre analisi, ma aiuta l’imprenditore a porre le domande giuste: Dove si genera realmente il margine? Quali attività assorbono più risorse rispetto al valore che creano? Il nostro modello di business è sostenibile nel medio periodo? Questo tipo di approccio attiva un cambio di paradigma: si passa dal “gestire l’urgenza” al “progettare la sostenibilità”. Un altro valore chiave che un controller esterno può portare è la capacità di generare pensiero laterale, cioè guardare al problema da angolazioni insolite. È il contrario dell’autoreferenzialità: anziché restare ancorati a ciò che si è sempre fatto, si esplorano strade nuove, anche prendendo spunto da altri settori o modelli aziendali. In questo senso, il controller esterno è anche un agente di contaminazione positiva. Le soluzioni che propone sono spesso “estrogene” – cioè non generate dal sistema aziendale stesso – e proprio per questo hanno il potere di rompere gli equilibri disfunzionali e avviare un processo di rinnovamento. Il controller esterno non è solo un tecnico dei numeri, ma un alleato strategico dell’imprenditore. Lo aiuta a uscire dalla solitudine decisionale, a riflettere con metodo, a vedere l’azienda con occhi nuovi. L’obiettivo non è quello di “fare i conti” a fine mese, ma di costruire un sistema di governo consapevole, capace di sostenere le scelte quotidiane e di ispirare una visione a lungo termine. In un contesto in continuo cambiamento, le imprese hanno bisogno non solo di efficienza, ma di consapevolezza e flessibilità mentale. Il controller esterno, con la sua competenza e il suo sguardo “altro”, può essere la scintilla che avvia un vero processo di cambiamento. Perché, come dice ancora Einstein: =========================================================================== Hai domande o desideri approfondire un argomento? Prenota subito la tua consulenza gratuita di 30 minuti! Se stai cercando risposte o consigli esperti, siamo qui per aiutarti. Che tu stia pianificando una strategia aziendale, desideri ottimizzare le tue operazioni o semplicemente cerchi consigli su come far crescere la tua impresa, siamo pronti ad ascoltarti e fornirti supporto personalizzato. Come contattarci Mail: info@consulenzaperimprese.it Tel. 079.2075394 Non lasciare che le tue domande rimangano senza risposta. Prenota oggi stesso la tua consulenza gratuita e scopri come possiamo aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi aziendali! Perché scegliere un controller esterno
Il controllo di gestione come strumento di pensiero
Pensiero laterale e soluzioni “estrogene”
Un alleato per l’imprenditore
Conclusioni